Conferenza degli allenatori di Macolin 2024

Il potere degli opposti: perché il successo ha bisogno di entrambi i poli

È meglio pensare a lungo termine o agire a breve termine? L’innovazione ha senso senza la tradizione? E come possono combinarsi esperienza ed evidenza? In occasione della Conferenza degli allenatori di Macolin dello scorso autunno, è risultato evidente che il successo non risiede negli estremi, bensì nell’interazione di entrambi i poli. Poiché soltanto le allenatrici e gli allenatori che costruiscono ponti potranno avere successo nel tempo.

Autore: Philipp Schütz, responsabile Formazione e perfezionamento, livello sport di prestazione

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Allenatrici e allenatori sono quotidianamente confrontati con nuove difficoltà e problematiche durante il loro lavoro, spesso in situazioni di tensione. Quest’anno, la Conferenza degli allenatori di Macolin si concentra su tre di questi dilemmi.

Yin-Yang sulla sabbia.
La vera forza nasce dall’equilibrio degli opposti (Foto: Jben Beach, pexels.com)

Successo attraverso l’equilibrio: perché servono sia l’innovazione sia la tradizione

Mars Aeschlimann, il relatore principale, si definisce un imprenditore nel cuore e nell’anima, un inventore professionista e un ottimista visionario. In occasione della Conferenza degli allenatori di Macolin 2024, ha analizzato la dialettica tra innovazione e tradizione, fornendo spunti su come entrambi i concetti possano essere affiancati per ottenere i risultati migliori. Nel quotidiano, questo può portare a una situazione sia/sia, che crea sinergie e costruisce pratiche innovative su basi stabili e collaudate.

Il ruolo della tradizione nel processo di innovazione

Il direttore generale di Creaholic, una fabbrica dell’innovazione, evidenzia l’importanza della tradizione, ad esempio per la conservazione di metodi e valori collaudati, che creano stabilità e forniscono un orientamento in un ambiente in continua evoluzione. Aeschlimann sottolinea che una tradizione profondamente radicata non deve necessariamente ostacolare l’innovazione, bensì può fornire le basi su cui testare e applicare le nuove idee con sicurezza.

Il paradosso dell’innovazione

Aeschlimann parla di «paradosso dell’innovazione», che descrive quanto spesso sia difficile portare avanti le innovazioni, anche se è proprio ciò che si vuole. Nonostante il bisogno di progresso, l’effettiva implementazione di concetti innovativi inizialmente può richiedere parecchio tempo e denaro e comportare molti rischi. Secondo Aeschlimann, molte idee naufragano sul nascere e terminano nella «valle delle idee morte». Un aspetto centrale dell’innovazione di successo è quindi la resilienza e la volontà di imparare dai fallimenti e di trasformare gli ostacoli in opportunità.

Il paradosso dell’innovazione (grafico: Creaholic)

Mars Aeschlimann menziona nove principi che promuovono il processo di innovazione:

  1. Chi sa tutto, non sa nulla – L’apertura verso l’apprendimento continuo è fondamentale. Il sapere è in continua evoluzione e fare affidamento solo sulle conoscenze acquisite può portare all’autocompiacimento.
  2. Non sopravvalutare il benchmark – Orientarsi semplicemente agli standard del ramo può trarre in inganno. Allenatrici e allenatori devono sentirsi incoraggiati a intraprendere percorsi creativi, che potrebbero anche snodarsi al di là delle norme.
  3. Amore per le condizioni estreme – le sfide non devono essere viste come una minaccia, bensì come un’opportunità di miglioramento.
  4. Trasformare le difficoltà in vantaggi – Gli ostacoli possono dare origine a soluzioni innovative e favorire il progresso.
  5. Trovare soluzione inconsuete – La creatività si manifesta spesso con idee e metodi non convenzionali.
  6. Lasciarsi baciare dalla musa – Cercare l’ispirazione nella tranquillità, nell’ambiente circostante o nel dialogo.
  7. Non avere un obiettivo è un errore – Il coraggio di decidere e di agire è essenziale.
  8. Condividere e realizzare i sogni – Le visioni e le idee si rafforzano se vengono condivise e realizzate congiuntamente.
  9. Lupo o cane? Definire la propria natura – Definire chiaramente il proprio pensiero e il proprio ruolo: meglio vivere in modo indipendente e coraggioso come un lupo o in una comunità protetta come un cane?

Tradizione vs. innovazione: proposte concrete per allenatrici e allenatori

  • Preservare la tradizione, ma porsi degli interrogativi – utilizzare ciò che funziona e verificarne regolarmente la pertinenza.
  • Il coraggio di innovare – Essere pronti a sperimentare cose nuove anche se ci sono resistenze e imparare dagli errori.
  • Creare spazi liberi creativi – Promuovere una cultura che sappia accogliere le idee non convenzionali.
  • Lavorare in rete – Ottenere nuove prospettive attraverso il dialogo.
  • Decidere in modo consapevole – Valutare quando è opportuno essere indipendenti (lupo) e quando è meglio cooperare (cane).

Tra evidenza ed esperienza: in che modo allenatrici e allenatori gestiscono gli opposti

Dominik Eder e Philip Klöckl di strykerlabs (soluzioni basate sui dati per le società di calcio) hanno analizzato la dicotomia tra evidenza (dimostrazione scientifica) ed esperienza (conoscenza pratica) nella gestione dell’allenamento e dimostrato come entrambi gli approcci possano essere combinati in modo sinergico. L’obiettivo è di collegare i dati basati sull’evidenza con l’esperienza di allenatrici e allenatori per adottare decisioni ottimali nel processo di allenamento.

Il processo decisionale nella gestione dell’allenamento

Secondo Eder e Klöck, i dati e le analisi svolgono un ruolo centrale nello sport moderno di alto livello. Le decisioni poggiano sempre più spesso su dati relativi alle prestazioni e al carico, registrati e analizzati ad esempio mediante sensori: «Queste informazioni aiutano a sviluppare piani di allenamento personalizzati, che tengono conto delle condizioni fisiche e delle esigenze individuali di atlete e atleti».

Il ruolo dell’evidenza e dell’esperienza

Eder e Klöckl ritengono che l’evidenza da sola non fornisca risposte esaurienti. L’esperienza rimane indispensabile per applicare i dati basati sull’evidenza in modo adeguato alla situazione. Risulta così un approccio sia/sia, in cui si fondono metodi scientifici ed esperienza pratica. Allenatrici e allenatori esperti sono in grado di interpretare i dati in tempo reale e di integrarli in modo flessibile nell’allenamento.

Integrazione dell’intelligenza artificiale e standardizzazione

Eder e Klöckl vedono un potenziale nell’integrazione dell’AI per automatizzare processi standardizzabili quali la raccolta e l’analisi dei dati. In questo modo, allenatrici e allenatori guadagnerebbero tempo prezioso da dedicare al lavoro con le atlete e gli atleti e per poter reagire ai cambiamenti in tempo reale.

Evidenza vs. esperienza: proposte concrete per allenatrici e allenatori

  • I dati come base per il processo decisionale – I dati scientifici creano una base oggettiva e aiutano a controllare l’allenamento e il carico.
  • L’esperienza come contesto – Sfruttare l’esperienza per adeguare i dati individualmente e non considerarli in modo isolato.
  • AI per l’automazione – Automatizzare i processi standardizzati per guadagnare tempo da dedicare al lavoro con atlete e atleti.
  • Apprendimento continuo – Rimanere aperti verso nuove conoscenze. Imparare a utilizzare sempre meglio i dati.
  • Equilibrio tra evidenza ed esperienza – L’evidenza è la base, l’esperienza il filtro: questo equilibrio rafforza sia l’allenamento/la competizione che la fiducia e la motivazione di atlete e atleti.

Soluzioni a breve termine e visioni a lungo termine: cosa conta davvero nello sport

Il terzo relatore, Hansruedi Müller (professore emerito dell’Università di Berna) ha illustrato l’area conflittuale tra pensiero a lungo e a breve termine nello sport, soffermandosi in particolare su uno sviluppo più sostenibile per manifestazioni, società e carriere sportive.

Müller definisce la sostenibilità come un processo volto ad aumentare il benessere e la qualità di vita senza danneggiare l’ambiente e parla di «compatibilità con le future generazioni»: le decisioni prese oggi non devono gravare sulle future generazioni.

Carriere sportive sostenibili

Per Müller, una carriera sostenibile significa che l’atleta rimane fisicamente e mentalmente in salute, raggiunge la stabilità finanziaria ed è integrato nella società. Investire nel cosiddetto «capitale sportivo» – ovvero tempo e risorse che confluiscono nei successi sportivi – porterebbe benefici duraturi. Si sa che gli ex atleti di punta tendono ad avere successo professionalmente, poiché possono approfittare delle capacità e delle reti sviluppate nello sport.

Court terme ou long terme: recommandations d’action pour les entraîneur-e-s

  • Fissare obiettivi a lungo termine – Le decisioni dovrebbero perseguire prospettive durevoli.
  • Stabilire indicatori misurabili – Definire cifre di riferimento per la salute, l’integrazione e la stabilità finanziaria.
  • Promuovere la responsabilità personale – Sviluppare un senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente e del benessere.
  • Supportare la pianificazione della carriera – Conciliare vita sportiva e professionale.
  • Integrare esperienze sociali – La motivazione si mantiene viva anche grazie alle attività sociali.

I seguenti aspetti chiave emersi dalla discussione comune evidenziano tuttavia che le misure a breve termine trovano spazio anche nello sport di prestazione e di punta:

  • Miglioramento rapido delle prestazioni e motivazione – Successi a breve termine, quali le vittorie nei tornei o i record personali, aumentano immediatamente la motivazione e la fiducia di atlete e atleti nelle loro capacità. Offrono ricompense dirette, che a loro volta promuovono l’impegno e la voglia di lavorare.
  • Visibilità e finanziamento – Nello sport di punta, i successi a breve termine spesso sono decisivi per attirare gli sponsor, l’attenzione dei media e ottenere un sostegno finanziario. I successi nelle competizioni promuovono la carriera e consentono di accedere a risorse e supporti migliori.
  • Adattamento e flessibilità – I successi a breve termine consentono ad allenatori e atleti di reagire rapidamente alle condizioni attuali quali la forma fisica degli avversari o nuovi requisiti a livello di competizione. Questi successi dimostrano l’efficacia dell’allenamento e consentono di apportare modifiche mirate per ottenere prestazioni ottimali nella gara successiva.

Per saperne di più

Atletica – Pianificazione dell’allenamento: Sviluppo a lungo termine, performance a breve termine

Le giovani leve nello sport di competizione dovrebbero sviluppare l’aspetto della physis a lungo termine con una pianificazione mirata degli allenamenti, senza concentrarsi troppo sui risultati in gara. L’incremento dell’offerta di competizioni in questo settore richiede tuttavia già ai più giovani prestazioni ad alto livello. Non da ultimo anche a causa dei processi di selezione molto diffusi anche in seno alle federazioni e alle società. È davvero possibile sviluppare un atleta a lungo termine sul piano della physis, permettendo al contempo una performance a corto termine?