Costruire e mantenere la fiducia
Il quinto articolo della serie «Diversità da sperimentare e da vivere» vi aiuta a costruire e mantenere un rapporto di fiducia all’interno del gruppo sportivo attraverso il gioco e la riflessione collettiva sull’esperienza vissuta. La fiducia è una base importante per promuovere l’interazione tra bambini e giovani. Favorisce la creazione di un sentimento di appartenenza individuale nel gruppo nonché il rispetto delle regole e aiuta a trovare il coraggio di mettersi in gioco. Il dossier propone attività motorie che consentono di vivere esperienze ed emozioni positive riguardo a vari aspetti della fiducia: affidabilità, considerazione, cooperazione, senso di sicurezza, contatto fisico, responsabilità e disponibilità.
Autrice: Jenny Adler Zwahlen, Dr. phil., collaboratrice scientifica, servizio specializzato Integrazione e prevenzione, Ufficio federale dello sport UFSPO
Che cosa occorre per garantire che tutti i bambini e i giovani di provenienze diverse si divertano, si sentano sicuri e possano partecipare attivamente alle attività sportive? Un prerequisito è sicuramente la fiducia reciproca e un clima che favorisce la fiducia in un gruppo sportivo. Ma questo sentimento di per sé non è scontato; in particolare quando il gruppo accoglie nuovi bambini e giovani.
La costruzione della fiducia è un processo interattivo e continuo. Da un lato sono utili incontri e comunicazioni frequenti (à cfr. Articolo sulla diversità linguistica) tra due o più bambini, giovani e docenti nel contesto delle attività motorie, dall’altro servono continue esperienze positive e la certezza che:
- la fiducia si basi sulla reciprocità, ad es. io riceva aiuto se non riesco a fare bene una determinata cosa;
- tutti si assumano la responsabilità della mia sicurezza, per evitare che io mi ferisca;
- tutti si prendano cura delle mie paure;
- io possa veramente dare il mio contributo, indipendentemente dalla mia lingua, dal mio aspetto o dalla mia provenienza; e possa presumere che tutti gli altri facciano lo stesso.
Quando bambini e giovani ottengono e danno fiducia, è fondamentale che questa fiducia non venga tradita. Nell’ambito di un rapporto di reciprocità, è importante che la fiducia non venga tradita. In questo modo, i bambini e i giovani sono maggiormente disposti a collaborare tra di loro e ad agire in modo affidabile, rispettoso e responsabile. Perciò, incentivare e mantenere la fiducia reciproca è fondamentale.
Un / una docente, come può instaurare un clima di fiducia?
Offrendo a bambini e giovani, durante e dopo l’attività motoria, tempo e un ambiente sereno per discutere tra di loro le esperienze vissute tenendo conto degli aspetti descritti sopra (à Per saperne di più). In un clima di fiducia:
- …si osserva, si ascolta e si chiede. Perciò tutti imparano a conoscersi meglio e le insicurezze reciproche diminuiscono. Inoltre, probabilmente i nuovi arrivati vengono percepiti come degni di fiducia dal gruppo sportivo.
- …i partecipanti vengono incoraggiati a comunicare in maniera consapevole e ognuno può rimanere sé stesso. Tutti possono esprimere le proprie emozioni, parlare delle proprie debolezze e dei propri errori senza vergognarsi e senza temere di essere derisi, emarginati o puniti.
- …ogni voce è benvenuta. Spesso bambini e giovani provenienti da famiglie di immigrati sentono che i loro sentimenti o desideri non vengono presi sul serio e che i loro pensieri non hanno lo stesso valore (se la causa della condizione migratoria è la «fuga» cfr. qui, solo in tedesco). Ad esempio perché hanno una lingua propria, non parlano di qualsiasi argomento, evitano il contatto fisico o mettono in evidenza il loro solito comportamento (protettivo).
Obiettivo del gioco: esercitare l’affidabilità, assumere responsabilità, costruire un senso di sicurezza
Numero di partecipanti: 6+
Età: 5+
Durata: 10’ (1’ per domanda)
Materiale: ev. tappetini
Formare gruppi di 6 bambini / giovani. I partecipanti si posizionano in cerchio, spalla contro spalla. Un bambino o giovane si pone al centro, rigido come una tavola, e si lascia cadere in una direzione. I compagni lo afferrano per le spalle e lo proteggono da una caduta gridando «Ti tengo io!». Poi lo rimettono in piedi. Si scambiano i ruoli, in modo che tutti possano essere almeno una volta «l’amico sempre-in-piedi».
Terminato l’esercizio, si discute insieme l’esperienza. Il docente fa capire ai bambini e ai giovani che possono fidarsi gli uni degli altri da ogni punto di vista!
Osservazione: questo esercizio richiede coraggio. Perciò va eseguito lentamente e con attenzione. Il docente accompagna l’esercizio esprimendo a voce ciò che sta accadendo.
Possibili domande
- Come ti sei sentito lasciandoti cadere?
- Chi ha provato timore all’inizio del gioco?
- Quando hai dovuto assumerti una responsabilità e dar prova di affidabilità?
- In quali situazioni quotidiane puoi contare sugli altri e sentirti al sicuro? In quali (non) ancora?
più facile
- I partecipanti stanno in piedi, vicini. Il compagno al centro esegue dei piccoli movimenti.
- Formare gruppi di partecipanti di altezza e peso simili.
- Formare gruppi di 3. Il bambino o giovane al centro si lascia cadere solo in avanti o indietro. Gli altri lo afferrano e lo rimettono in piedi al centro.
più difficile
- Il bambino o giovane al centro tiene gli occhi chiusi o si lascia cadere nella direzione da cui viene chiamato.
- Mantenere costantemente in movimento l’«amico sempre-in-piedi» e passarlo ad altri.
- Nessun accompagnamento attraverso la comunicazione.
- Esercizio «Salvataggio»: lasciarsi cadere dal cassone.
Input
- Il senso di sicurezza nei bambini cresce se sanno di essere sostenuti e che altri si assumono la responsabilità per loro.
- L’affidabilità aumenta la possibilità che bambini o giovani partecipino di buon grado a esercizi con una piccola componente di rischio e dall’esito incerto.
- Bambini e giovani imparano a delegare la responsabilità, ad assumere la responsabilità per altri e a non tradire la fiducia.
- Il senso di affidabilità e sicurezza di un bambino / giovane va gestito con cura per far sì che la fiducia non ne risenta.
- Esprimere le proprie paure, conoscere e rispettare le paure degli altri crea un legame e rafforza la fiducia reciproca.
- Più l’esercizio viene guidato e accompagnato dal docente, più i bambini e i giovani si sentiranno seguiti e al sicuro.
La ragnatela
Obiettivo del gioco: imparare a essere disponibili, esercitare la cooperazione
Numero di partecipanti: 6-20
Età: 12+
Durata: 20-30’
Materiale: 2 pali da pallavolo, sbarre o rami d’albero (all’aperto), una corda lunga ca. 20 – 30 m o diverse cordicelle da salto, 4 tappetini
Tra 2 pali (o alberi), costruire una ragnatela (altezza fino a 2 m). I buchi (tanti quanti i partecipanti) sono di dimensioni tali da permettere a un bambino o giovane di passare senza toccare la rete con il corpo. 2 buchi sono costruiti in modo che un bambino possa passare soltanto con l’aiuto dei compagni. All’inizio del gioco, tutti i bambini / giovani si posizionano da un lato della ragnatela. Dopodiché, tutti devono attraversare la rete individualmente senza toccarla. Gli altri possono aiutarli. Se qualcuno non ce la fa, il gruppo ricomincia da capo. Al termine dell’esercizio, si discute insieme l’esperienza.
Possibili domande
- Il gioco vi ha fatto sentire necessari? In caso contrario, come mai?
- Avreste saputo risolvere l’esercizio anche da soli?
- Come avete collaborato?
- In che modo avreste potuto collegare meglio le vostre idee e capacità per risolvere il compito?
più facile
- Sono autorizzati da 2 a 4 contatti con la rete.
- Un punto di penalità se si tocca la rete.
più difficile
- Stabilire un tempo massimo.
- Costruire una ragnatela più complessa.
Input
- Bambini e giovani riconoscono che alcuni compiti possono essere risolti attraverso una cooperazione mirata («Uno per tutti – Tutti per uno») e che determinati esercizi possono essere portati a termine soltanto insieme. Esperienze di questo tipo rafforzano il sentimento di appartenenza e sono d’esempio per altri esercizi o giochi che possono essere risolti con successo solo grazie a un lavoro di squadra
- Per il docente, è importante rendere bambini e giovani consapevoli che, nonostante le loro diverse capacità, qualcosa di importante li accomuna: la disponibilità ad aiutare e collaborare.
Il nastro trasportatore
Obiettivo del gioco: accettare il contatto fisico, esercitare la considerazione
Numero di partecipanti: 8-15
Età: 8+
Durata: 20’
Materiale: ev. tappetini, 1 grande coperta
I bambini o giovani formano due file, una di fronte all’altra, distanti ca. 0,5 m. Tendono gli avambracci posizionandoli come i denti di una cerniera lampo. I palmi delle mani sono rivolti verso l’alto. Un partecipante si arrampica su una parte del cassone all’altezza del “nastro trasportatore” (mani tese) e si sdraia con attenzione sulle mani e le braccia dei compagni e viene trasportato in avanti fino al termine della catena, dove si trova un altro elemento di un cassone. Il nastro trasportatore rimane in funzione finché tutti i partecipanti sono stati trasportati. Poi si discute l’esperienza.
Osservazione: stendere una coperta sulle mani per ridurre il contatto fisico.
Possibili domande
- Quanto può avvicinarsi a voi una persona? Gli altri sanno perché? Se volete, potete spiegarglielo.
- I compagni hanno percepito e rispettato i tuoi limiti in termini di contatti fisici?
- Durante il trasporto: ti sei fidato degli altri affinché non ti lasciassero cadere o non ti toccassero in modo rude?
più facile
- In un primo tempo, trasportare soltanto oggetti.
- Abbreviare la catena
- Trasportare soltanto i bambini e i giovani più piccoli e leggeri.
- Un bambino o giovane si sdraia per terra sulla coperta. Gli altri afferrano il bordo della coperta, sollevano il compagno e trasportano il «carico» lungo un determinato percorso.
schwieriger
- Nastro trasportatore a terra:
- tutti si sdraiano con un pò di distanza a pancia in giù su una fila di tappetini. Un bambino / giovane si sdraia a pancia in su di traverso su tutti gli altri partecipanti. Questi, ruotando il corpo, trasportano il compagno sdraiato fino alla fine del nastro. Giunto al termine, si mette in fila con gli altri e sul nastro parte il prossimo partecipante.
- Trasporto in posizione supina con le braccia distese
Input
- Il tema sono i limiti fisici: quali contatti (non) tollerano i bambini / giovani? In che modo si possono eseguire determinati esercizi se vi sono differenze in termini di vicinanza fisica?
- Il modo in cui affrontiamo la vicinanza fisica è individuale e legato alla situazione. Quali sono le ragioni per cui alcuni bambini o giovani consentono una maggiore vicinanza fisica rispetto ad altri? Il fatto di conoscere le esigenze dell’altro in termini di contatto fisico e le ragioni che determinano questo comportamento favorisce la fiducia reciproca.
- Se la paura o il disagio vengono affrontati in maniera consapevole e rispettosa, i bambini / giovani imparano che il contatto fisico nell’ambito di un’attività motoria non rappresenta una minaccia. Una consapevolezza che rafforza la fiducia l’uno nell’altro.
Il guado
Obiettivo del gioco: imparare a essere disponibili, esercitare la cooperazione
Numero di partecipanti: 6-20
Età: 8+
Durata: 20’
Materiale: 2 lunghe corde o nastro adesivo, tavole, carta, cartone, moquette, una tovaglietta o simile per persona (ca. 40 x 30 cm)
Con le corde o il nastro adesivo, il docente delimita un ampio fiume (in base alle dimensioni del gruppo ca. 1,5 m per partecipante). Il gruppo, che si trova su una sponda, deve attraversare il fiume e raggiungere l’altra sponda. Non è consentito «nuotare» e saltare. L’unico ausilio a disposizione di ogni bambino / giovane è una tavola, sulla quale poter camminare. Attenzione: sul fiume soffia un forte vento, che porta via la tavola (viene tolta dal docente) se non viene toccata da un bambino/giovane. Il fiume stesso non può essere toccato, perché popolato da pesci minacciosi. Se tuttavia qualcuno entra nel fiume o tocca l’acqua, l’intero gruppo deve tornare al punto di partenza. Le tavole perse vengono riconsegnate e si ricomincia da capo. Una volta raggiunta l’altra sponda, si commenta l’esercizio.
Possibili domande
- Siete soddisfatti della vostra traversata?
- Che cosa non riuscivano a fare alcuni membri del gruppo? Come li avete aiutati?
- Chi rivestiva quale ruolo?
- Come vi siete coordinati?
- Quali capacità sono importanti per risolvere questo esercizio di squadra? (Nell’ambito della discussione preliminare, dell’attuazione, singoli ruoli, importanza di tutti i membri della squadra…)
Varianti
- Posizionare al centro del fiume piccole isole (tavole) che facilitano l’attraversamento al gruppo.
- Formare due gruppi. Quale giunge prima alla meta?
Input
- Aiutandovi a vicenda e mostrandovi ripetutamente disponibili, si crea senso di sicurezza negli altri bambini / giovani («Se io ti aiuto, probabilmente anche tu mi aiuterai»). Un atteggiamento che promuove la reciproca fiducia.
- Con questo gioco, bambini e giovani vengono messi in una situazione che possono gestire soltanto mettendosi d’accordo e collaborando. Una regola d’oro: più si collabora, meglio si riesce.
- Prendendo le difese gli uni degli altri e condividendo le responsabilità, i bambini / giovani imparano a dare fiducia e costruiscono un solido legame tra di loro.
La catena ballerina
Obiettivo del gioco: esercitare la considerazione
Numero di partecipanti: 6-24
Età: 8+
Durata: 15-20’
Materiale: ev. palloncini o palle
Formare gruppi di 6-8 partecipanti. Tutti i membri di un gruppo si posizionano in fila, uno accanto all’altro. Alternandosi, un bambino / giovane guarda avanti e uno indietro. Ora tutti si chinano, incrociano le braccia, allungano le mani attraverso le gambe divaricate e afferrano le mani del vicino. Il gruppo decide una forma di movimento (in avanti, indietro o laterale). Chi si trova a un’estremità della catena, determina il percorso del suo gruppo. Il docente controlla che tutti riescano a tenere abbastanza saldamente le mani del vicino e non inciampino. La catena non deve spezzarsi! Poi si passa alla discussione sull’esperienza vissuta.
Possibili domande
- Chi (non) ha trovato il gioco divertente?
- Che posizione avete preferito: l’inizio, il centro o la fine della catena?
- In quale situazione avete mostrato considerazione per un compagno e perché?
- Qualcuno di voi ha messo a rischio l’integrità della catena?
Varianti
- Inserire nel percorso piccoli ostacoli e superarli.
- Costruire un percorso a staffetta. Quale gruppo raggiunge per primo il traguardo?
- Mettersi in fila e tenersi per mano. Bloccare un palloncino (o una palla) tra le ginocchia. Se un palloncino cade a terra, si ritorna al punto di partenza.
- Posizionarsi uno dietro l’altro, con un palloncino (o una palla) bloccato tra la propria pancia e la schiena del compagno precedente.
Input
- I bambini / giovani imparano a essere rispettati nonostante le condizioni differenti. Si sentono considerati e capiscono che insieme possono ottenere grandi risultati.
- Ridere durante il gioco unisce!
- La scarsa considerazione da parte di un compagno può essere interpretata da un bambino / giovane come una perdita o un tradimento della fiducia.
Per saperne di più (in tedesco)
Bibliografia
- Alkemeyer, T. (2008): Sport als soziale Praxis. In: K. Weiß & R. Gugutzer (Hrsg.): Handbuch Sportsoziologie. Schorndorf: Hofmann, 152–160.
- Braun, S. (2010). Gemeinschaftsbeziehungen, Vertrauen und Reziprozitätsnormen – zur Reproduktion von „bonding social capital“ in freiwilligen Vereinigungen. In: Matthias Maring (Hrsg.)z: Vertrauen – zwischen sozialem Kitt und der Senkung von Transaktionskosten, Schriftenreihe des Zentrums für Technik- und Wirtschaftsethik am Karlsruher Institut für Technologie Band 3, 223-238.
- Hartmann, M. & Offe, C. (2001). Vertrauen: die Grundlage des Zusammenhalts. Frankfurt/New York: Campus Verlag.
- Janssens, J., & Verweel, P. (2014). The significance of sports clubs within multicultural society. On the accumulation of social capital by migrants in culturally « mixed » and « separate » sports clubs. European Journal of Sport and Society, 11, 35–58.
- Meier, H. (2022). Vertrauen im Sport – mehr als nur ein No-Look-Pass. In: M.K.W. Schweer (Hrsg.) Facetten des Vertrauens und Misstrauens. Springer VS: Wiesbaden, 307-329.
- Schwaller, A. (2001). Vertrauen als Basis erfolgreicher Führung. Blog-Beiträge der Trainerbildung Schweiz (TBS) bei mobilesport.
- Walton, C.C., Purcell, R., Pilkington, V. et al.(2023).Psychological Safety for Mental Health in Elite Sport: A Theoretically Informed Model. Sports Med.
- Edmondson, A. (2024). Psychological Safety. The Leader’s Tool Kit for Building Psychological Safety.
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