Semplicemente inclusivi

Sempre politicamente corretto?

«Si dice disabilità, menomazione oppure andicap?» Una domanda molto frequente. La risposta è sempre la stessa e solitamente viene accolta con sollievo dalla persona che pone la domanda: sono corrette e accettate tutte e tre le varianti. L’importante è che al centro vi sia la persona. Attenzione: non si parla di «disabili», bensì di persone con disabilità.

Insegnare usando una terminologia politicamente troppo corretta può avere un effetto inibitorio sulla comprensione e sull’accettazione, alimentando inutilmente la paura del contatto spesso già presente. Usando una metafora, la palla deve invece essere mantenuta bassa. Le linee guida «Le parole sono ingannevoli» , pubblicate da Agile.ch, le organizzazioni di persone con andicap, propongono spunti interessanti per un adeguato approccio al tema della disabilità.

Se si chiede alle persone interessate quali siano le loro preferenze, la risposta più frequente è: «Per me non è importante, ciò che conta è che mi si tratti da pari a pari». Tuttavia è meglio sondare il terreno, poiché anche in questo ambito le opinioni e i desideri possono divergere. Lo dimostrano anche le loro dichiarazioni. Ascoltate cosa hanno da dire le ambasciatrici e gli ambasciatori di PluSport in merito alla terminologia.

Foto: Moritz Hager

Definizioni

Inclusione

L’inclusione, come la diversità, è diventata socialmente accettabile. Una parola che ormai fa parte della quotidianità. Molti capiscono il concetto, ma le definizioni divergono. Secondo PluSport: «L’inclusione è un concetto sociale per il quale ogni persona può sentirsi partecipe indipendentemente dalla propria condizione. In una società inclusiva nessuno viene emarginato, le differenze sono tollerate e date per scontate. «Normale» è solo il fatto che tutte le persone sono diverse e quindi anche nello sport hanno esigenze diverse». Ascoltate le dichiarazioni sull’inclusione delle ambasciatrici e degli ambasciatori di PluSport.

Foto: PluSport


Menomazioni

Esistono varie forme e manifestazioni di menomazioni. Non è possibile delimitare chiaramente dove iniziano e dove finiscono. Pertanto non esiste un’unica definizione. L’Ufficio federale di statistica definisce le «persone con andicap ai sensi della legge sui disabili» come persone affette da un problema di salute durevole che le limita (fortemente o lievemente) nelle attività della vita quotidiana. Lo spettro del gruppo target si evince dall’illustrazione, le icone sono un esempio, ne esistono anche molte altre. Le disabilità sono spesso causate da barriere presenti nell’ambiente.

I diversi gruppi target di persone con disabilità (PluSport).
Persone: Bambini, giovani, adulti, tutt. 
Situatuazioni di handicap: Vista, udito, mente, percezione, psiche, in piedi/seduti, pluridisabilitä.
I diversi gruppi target di persone con disabilità (PluSport).

Nello sport di prestazione, la classificazione è determinante per garantire una competizione leale (cfr. Classificazione sport di prestazione – Swiss Paralympic (d/f) )


Quando non è chiaro

Esistono inoltre forme di disabilità che la nostra società non riesce ancora a classificare con precisione. Si tratta di «altri modi di essere». Stiamo parlando dei disturbi dello spettro autistico (ASD), della sindrome da deficit di attenzione/iperattività (ADHD). Nel caso di quest’ultimo disturbo, la maggior parte delle persone conosce solo i sintomi stereotipati, come le difficoltà di concentrazione o il «Zappel-Philipp», il bambino che non sa stare fermo (cfr. In mezzo a noi; così dev’essere).

Per maggiori informazioni sulle singole forme di disabilità in relazione allo sport, sono raccomandati seguenti contenuti:


Setting

Il setting definisce il quadro nel quale si muovono le persone. Individuale oppure organizzato? Se organizzato, in modo: separativo, integrativo o inclusivo? È importante che nessuno venga escluso a causa delle sue condizioni fisiche, cognitive o psicologiche. Ovviamente, nessuno deve essere escluso nemmeno a causa ad es. della sua etnia, fede o identità di genere. È fondamentale che una persona possa decidere in quale ambito sportivo essere attiva.

Una libertà che va accordata a tutte le persone nella regione in cui vivono. La parola chiave deve essere: cultura dell’accoglienza. Le società invalidi sportivi affiancano a livello regionale le società sportive regolari. Una realtà che ha la sua giustificazione. Attualmente e anche in futuro, c’è e ci sarà probabilmente bisogno di entrambe le strutture. La strategia del sistema sportivo svizzero deve consistere nell’accogliere gli atleti con disabilità in seno allo sport regolare. Dal canto loro, anche le società invalidi sportivi dovrebbero interagire attivamente con le società sportive regolari.

Maggiori informazioni sulle tematiche setting und organizzazione si trovano qu: separativo, integrativo o inclusivo?