Campi invernali
Ci sono ragioni sufficienti per andare in un campo sportivo scolastico. Dedichiamo questo tema del mese ai «campi invernali», diamo consigli, su come organizzarlo, suggerimenti per attività variate e molto di più.
Prima di ogni campo invernale, facevo fatica ad addormentarmi e le mie notti erano agitatissime. Aspettavo soltanto il momento di partire: finalmente in montagna! Per un bambino di città, già solo il pensiero era un’avventura. Nella neve per di più! Natura, giochi e sport con tanti amichetti. Da bambino adoravo quest’effervescenza creata da attività fisica e nuove amicizie. E l’adoro tuttora! Ricordo con immenso piacere i campi invernali ai quali ho dapprima partecipato, poi organizzato e diretto. Quanti momenti magici vissuti, immersi nei paesaggi innevati.
Sì, lo dico forte e chiaro: amo i campi, queste esperienze mi hanno permesso di crescere e di diventare quello che sono. Una semplice passeggiata nella neve fresca, attraverso la natura. Una lezione sui pericoli legati alle valanghe. Una giornata trascorsa in compagnia ai fornelli, cercando di preparare i maccheroni dell’alpigiano… accidenti quant’è difficile cuocere la pasta al dente! Mi piaceva molto slittare, e anche sperimentare tutti gli altri sport sulla neve. Ogni giorno era una scoperta, un’avventura. Ebbene sì, è grazie ai campi sportivi se oggi me la cavo piuttosto bene con gli sport invernali. Non era scontato per me che sono un cittadino; le nostre possibilità finanziarie erano limitate, le opportunità piuttosto rare.
L’aspetto più straordinario di questi campi per me è la possibilità data a docenti, bambini, giovani e studenti di incontrarsi in un ambiente diverso e di evolvere insieme. Questo tempo trascorso in un mondo innevato ha sempre risvegliato in me una preziosa dinamica di gruppo, che ha influenzato positivamente anche la mia attività pedagogica in seno alla scuola. Condivido pienamente i motivi a favore di una pianificazione congiunta dei campi invernali da parte di allievi e docenti menzionati in questo tema del mese. Un’opportunità che docenti e monitori non devono lasciarsi sfuggire.
Forse la preparazione potrebbe sembrare un po’ più complicata, ma ne vale la pena perché semplifica sicuramente la realizzazione. Il campo si trasforma in un progetto comune, nel quale si investono emozioni e con il quale si creano emozioni condivise. L’apprendimento assume contorni autentici e vivaci, poiché avviene attraverso lo scambio di contenuti. Al centro di tutto questo: il confronto con altre persone e con la natura. Esiste forse un setting formativo migliore di un campo ben organizzato, il cui successo dipende dalla partecipazione, dalla conduzione e dall’assunzione di responsabilità da parte di tutti i partecipanti?
Andreas Steinegger, responsabile formazione Gioventù+Sport
Tema del mese
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